CONUS

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carcharodon_megalodon
view post Posted on 14/3/2011, 21:07




CONUS

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Regno: Animalia

Phylum: Mollusca

Classe: Gastropoda

Sottoclasse: Prosobranchia

Ordine: Neogastropoda

Sottordine: Toxoglossa

Superfamiglia: Conoidea

Famiglia: Conidae

Genere: Conus

Il genere Conus comprende circa 600 specie viventi suddivise in varie sottospecie e forme.
Numerose sono le specie fossili conosciute.

UN PO' DI ANATOMIA
La parte più appariscente del corpo di un Conus è il piede, formato da una abbondante e robusta massa muscolare. La superficie ventrale è larga e piuttosto liscia, a volte pigmentata e striata. La parte anteriore del piede è ampiamente arrotondata mentre la parte posteriore termina a punta e porta superiormente un opercolo generalmente di ridotte dimensioni.
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Il muscolo più importante, dopo il piede, è il muscolo columellare che è fissato all'asse interno della conchiglia e alle estremità del piede. La contrazione di questo muscolo determina il ritiro del piede all'interno della conchiglia. Il ripiegamento dell'estremità posteriore, alla cui parte superiore è fissato l'opercolo, comporta la chiusura della bocca.

La colorazione del piede varia considerevolmente e dipende, oltre che dalle caratteristiche genetiche, anche dal tipo di alimentazione e dall'habitat. Spesso la base è più chiara rispetto ai fianchi che possono essere uniformemente colorati di bianco, di rosso, fino ad una tonalità di nero vellutato. Spesso i colori sono concentrati in macchie o striature.

Nella parte cefalica sinistra si trova il sifone , un tubo estensibile che si apre nel mantello e pompa l'acqua da e verso le branchie. È aperto ventralmente e si protrude dalla sabbia quando l'animale è sepolto. È una delle poche parti del corpo, assieme ai tentacoli e al pene, ad essere, di norma, pigmentato; in molte specie presenta colori molto brillanti all'estremità, in contrasto con il colore scuro della restante parte del corpo.

Alla base del sifone sono situate le branchie che consistono in una struttura a forma di penna aderente al corpo (ctenidi). Il numero e le dimensioni delle branchie variano a seconda delle specie.

I due occhi sono portati da peduncoli, generalmente abbastanza larghi alla base e sottili alle estremità, posti ai due lati del capo. Molto probabilmente i Coni che popolano le acque profonde sono ciechi.

Sopra al piede, nella zona anteriore e in mezzo ai peduncoli oculari, è situata la proboscide,che quando non è in uso è ricoperta dal rostro o guaina della proboscide. Il rostro può essere talmente piccolo da non essere distinguibile dalla proboscide stessa o molto largo con margini frangiati. La proboscide termina nella apertura boccale. Da questa può essere estroflessa la parte anteriore della faringe che porta la radula che consta di due piastre parallele allungate, acuminate e spesso uncinate.

L'apertura boccale e la faringe sono molto elastiche, specialmente nei Coni piscivori, in modo tale da consentire anche l'inghiottimento di grosse prede.

Dietro l'occhio destro è situato il pene le cui forma e dimensione sono molto importanti nella classificazione delle singole specie. Si possono distinguere almeno due tipi di pene. Un tipo tubulare, con una semplice apertura all'estremità, corto o lungo, stretto o largo, diritto o ricurvo. Un secondo tipo lobato, di varie dimensioni e di forma a volte complessa e terminante con un uncino; questa forma è tipica di molte specie di acque profonde.

La vagina della femmina è un semplice poro, a volte circondato da un anello lievemente rilevato.

I testicoli, le ovaie e i dotti del sistema riproduttore sono situati nelle spire più interne della conchiglia.

I coni sono organismi a sessi separati (dioici). In molte specie si può notare un certo dimorfismo sessuale che riguarda la taglia, la forma e il colore della conchiglia.

L'ano è situato posteriormente nel lato destro.

LA CONCHIGLIA
La conchiglia è rivestita da un sottile strato di tessuto chiamato periostraco. In alcune specie, particolarmente in quelle con complessi motivi a tenda, il periostraco è costituito da una sottile pellicola giallastra mentre in altre è spesso, brunastro, opaco e provvisto di ciuffetti che seguono le spire o le protuberanze della conchiglia medesima.

La conchiglia può essere suddivisa in due parti: la spira e l’ultimo giro.
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La spira ha una conformazione molto variabile non solo tra le varie specie ma anche all’interno della stessa specie. In poche specie la spira ha una lunghezza superiore ad un terzo rispetto alla lunghezza complessiva della conchiglia, mentre nella maggioranza è poco rilevata, piatta o addirittura leggermente concava. La spira è spesso caratterizzata da tubercoli di forma conica che hanno importanza nell’identificazione della specie. Le trame colorate rivestono una notevole importanza nell’identificazione dei coni pure se spesso sono molto variabili anche all’interno della specie medesima.

L’ultimo giro è generalmente colorato con trame e motivi di varia natura e può essere provvisto di sculture e rilievi che possono essere a decorso spirale o assiale. I colori sono generalmente il prodotto di depositi metabolici. I disegni sono spesso più duraturi dei colori stessi e permangono nella conchiglia molto a lungo.

L’inizio dell’avvolgimento spirale della conchiglia prende il nome di protoconca o nucleo.

L’ultimo giro contiene la maggior parte dell’animale, inclusi il piede e la proboscide.
L’animale fuoriesce dalla conchiglia attraverso un’apertura stretta e allungata, la bocca.
La parte libera della bocca viene chiamata labbro esterno o margine mentre quella opposta viene denominata labbro interno o parietale.
Il labbro esterno dei coni è abbastanza robusto negli individui adulti ma piuttosto fragile nelle forme immature. In alcune specie vi è un rilievo nella parte centrale del labbro esterno. Non sono presenti denti a differenza di altri molluschi simili. La bocca dei coni è spesso di un colore diverso della parte rimanente della conchiglia, nei toni dell’azzurro o del rosa, ma privo di motivi colorati. Nella parte terminale anteriore vi è una spira liscia e lucente, la columella che nei coni è piuttosto corta, meno della terza parte della lunghezza complessiva del labbro interno, e rappresenta l’asse attorno a cui si avvolge la conchiglia.

Il margine superiore del labbro esterno è separato dal corpo della conchiglia da
un’incisione a forma di U, detta canale posteriore, tramite la quale l’animale
elimina i rifiuti, mentre nel margine inferiore si colloca il canale sifonale.

Notevole importanza per classificazione del genere riveste il canale anale, lunga incisione formata dal bordo del mantello sul penultimo giro della conchiglia. Tale incisione non è facilmente visibile dall'esterno a meno che non si rompa l'esemplare all'altezza della spalla.
Nel canale anale si possono distinguere due parti: il solco, parallelo alla spalla, e l'uscita che presenta una curvatura verso la spalla che varia da specie a specie.

L’opercolo, di materiale corneo, ha una forma generalmente allungata e un colore brunastro ma può essere anche di forma arrotondata. In alcune specie può essere assente. La presenza dell’opercolo può essere la prova che la conchiglia è stata raccolta viva. Siccome gli opercoli di parecchie specie sono quasi identici non permettono una sicura identificazione dei coni.

APPARATO BOCCALE
Nella maggior parte dei Gasteropodi la radula consiste in un numero variabile di piastre chitinose, di varia forma e misura, poste nella parte anteriore della faringe, subito dietro la proboscide, con le quali il cibo viene letteralmente raschiato.
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Nel genere Conus, unitamente ai generi Terebra e Turris, si è evoluta una forma particolare di radula, ridotta ad un dente acuminato e scanalato atto ad arpionare la preda e ad iniettare in essa un potente veleno. Nei Toxoglossi primitivi i denti della radula sono posti su più file e possono essere estroflessi per raspare il cibo. Salendo nella scala evolutiva i denti divengono sempre più simili a lance e perdono la loro primitiva funzione. Sono allora contenuti in una sacca che non è in comunicazione diretta con la proboscide.
L'apparato della radula nel genere Conus consta di tre parti: il bulbo del veleno, il dotto velenifero e la sacca radulare.
Il bulbo non produce il veleno ma sembra abbia la funzione di spingerlo attraverso il dotto velenifero - dove viene elaborato - fino alla sacca in cui sono alloggiati i denti radulari. Il bulbo, che rappresenta la parte più cospicua del sistema, è reniforme con un apice più acuto da cui si diparte il dotto velenifero.
La sacca della radula varia in forma e dimensioni secondo le specie ed è costituita di due parti distinte: la sacca di riserva che sembra abbia la funzione di produrre nuovi denti e la sacca pronta che contiene solo pochi denti radulari ben conformati.
La sacca è attaccata all'esofago in prossimità della base della proboscide, dalla parte opposta dell'orifizio genitale.
All'interno della sacca di riserva possono trovarsi denti in diversi stadi di sviluppo, ciascuno connesso con la sacca medesima per mezzo di una sottile guaina.
Con modalità ancora non ben conosciute, i singoli denti pienamente conformati vengono trasferiti dalla sacca di riserva a quella pronta e da qui alla proboscide dove vi è sempre almeno un dente pronto all'uso; durante tale tragitto i denti vengono riempiti di veleno.
Il veleno è un liquido di colore giallo-biancastro, abbastanza viscoso con un pH basico (7,8-8,1). È relativamente immune sia alle basse sia alle alte temperature e rimane altamente tossico anche dopo trattamento termico. La chimica del veleno è ancora poco conosciuta e piuttosto complessa.
La conformazione dei denti della radula è in relazione alle abitudini alimentari dei coni - che, da questo punto di vista, possono distinguersi in piscivori, molluscivori e vermivori - e varia notevolmente, in forma e dimensioni, da specie a specie. Possono essere molto piccoli in taluni coni vermivori o molto lunghi, fino a 20 mm, nei coni piscivori di grossa taglia. Il numero può variare da una decina a più di cinquanta.
I denti dei coni piscivori sono provvisti di uncini nella parte terminale e hanno una lunga asta liscia senza cuspidi alla base.
I denti dei coni molluscivori sono caratterizzati dalla presenza di numerosi dentelli e da una robusta cuspide in prossimità della base.
I denti dei coni vermivori sono relativamente corti con piccoli uncini e forti dentelli; nella parte centrale dell'asta possono essere presenti rilievi allungati.
La caratteristica più evidente è, però, una forte cuspide posta alla base e proiettata in avanti. È stato ipotizzato che tale conformazione serva a trattenere il dente all'interno della proboscide dopo che la preda è stata arpionata. In tal modo il cono riuscirebbe ad estrarre il verme dalla sua tana con maggior facilità.
Le conchiglie dei coni vermivori presentano bocche piuttosto strette. Anche le conchiglie dei coni molluscivori hanno bocche strette e sono caratterizzate dalla presenza di caratteristici motivi a tenda. I coni piscivori hanno invece conchiglie con bocche molto ampie.
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VELENO
I coni sono provvisti di ghiandole velenose e di un apparato boccale atto alla predazione di pesci, vermi e altri molluschi, coni di altre specie inclusi.

Gli individui di alcune specie di coni, almeno quelli di maggiori dimensioni, sono pericolosi anche per l'uomo. Conus geographus e Conus striatus sono dotati di proboscidi molto lunghe ed estensibili, in grado di raggiungere qualsiasi parte della loro conchiglia e non devono in nessun modo essere raccolti con le mani nude. I denti della radula sono, in entrambe le specie, lunghi più di dieci millimetri e possono perforare tessuti sottili. Le ferite da essi inferte sono spesso fatali e, come minimo, possono causare paralisi temporanee degli arti e difficoltà respiratorie.

Di minor pericolosità risultano i piccoli coni piscivori come C. catus, C. magus, C. monachus, C. obscurus, etc., ma non per questo vanno maneggiati con minore attenzione.

È ancora controverso se il veleno dei coni molluscivori sia pericoloso per l'uomo. Nei test di laboratorio effettuati sul veleno di C. aulicus , C. marmoreus e specie affini non è deceduta alcuna cavia. Fortunatamente queste specie non sono eccessivamente aggressive e i loro motivi a tenda, che si intravedono attraverso il sottile periostraco, permettono di individuarli con facilità. Comunque tutti questi coni sono potenzialmente pericolosi e devono essere maneggiati con la massima cautela.

Molti dei grossi coni vermivori, come C. betulinus, C. leopardus, C. litteratus, C. quercinus, etc., devono essere considerati potenzialmente dannosi in virtù della loro grossa taglia sebbene il loro veleno non abbia un effetto di rilievo nei confronti dei mammiferi. La reazione alle loro punture si limita a generalmente a gonfiore e a infiammazioni localizzate. Comunque anche la puntura di un piccolo vermivoro come C. pulicarius può essere dolorosa come quella di un'ape.
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Il veleno dei coni piscivori e dei grossi molluscivori agisce nello stesso modo di quello di serpenti elapidi (cobra, serpente corallino). Appena dopo pochi minuti dalla puntura, a volte meno di cinque, il veleno comincia ad avere effetto e ogni trattamento medico può rivelarsi inefficace.

La ferita provoca un dolore lancinante, e all'inizio localizzato, seguito dall'intorpidimento dell'arto (in genere la mano, il braccio o il piede) colpito. Il veleno gradualmente blocca l'azione dei nervi delle estremità causando prima formicolio, gonfiore e arrossamento, poi capogiro, vomito e dolore acuto. Ben presto viene interessato anche il diaframma e hanno inizio difficoltà respiratorie quando i polmoni rallentano la loro funzione. Sopraggiungono poi senso di vertigine, incapacità di mettere a fuoco le immagini, difficoltà di deglutizione e di fonazione. La morte è causata quindi da una insufficienza respiratoria, quando il diaframma e i polmoni risultano completamente paralizzati, seguita da arresto cardiaco.

Se la ferita è inferta da coni di piccola taglia o di bassa tossicità i sintomi, di minor intensità, si esauriranno in un lasso di tempo variabile da poche ore a qualche giorno.

In ogni caso, la cosa migliore da fare è di evitare di essere colpiti. Questo comporta di non maneggiare coni vivi con le mane nude, non trasportarli in sacchetti dalle pareti sottili e quindi perforabili, non introdurre le mani nude nella sabbia o tra i detriti corallini. Le medesime precauzioni devono essere prese qualora si tengano coni in cattività.

Per quanto si conosce (Shepherd) l'effetto del veleno è dovuto a diversi tipi di conotossine che agiscono in modo sinergico. Le W-conotossine ostacolano l'ingresso del calcio nella terminazione nervosa e inibiscono il rilascio dell'acetilcolina. Le M-conotossine modificano i canali del sodio nelle cellule muscolari.

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Infine le A-conotossine bloccano i recettori nicotinici dell'acetilcolina. Olivera e coll. hanno messo in evidenza l'importanza che rivestono due diversi tipi di peptidi, isolati da coni (C.purpurascens), le conantochine e le omega-conotossine nella inibizione dei recettori nervosi.
In C. geographus è stato isolato un peptide che induce il sonno nella cavia.

Nei centri di rianimazione, la prima cosa da fare, in caso di sospetta ferita da coni, è quella di trattare la insufficienza respiratoria. Si applica innanzi tutto un bendaggio che blocchi la circolazione venosa e linfatica a monte della ferita. (La circolazione arteriosa distale rispetto alla ferita non dovrebbe essere messa in pericolo). La fasciatura deve essere applicata per 4-6 ore e non deve essere rimossa prima che l'operatore sia in grado di intervenire.

Non è attualmente disponibile alcun antidoto nei confronti del veleno dei coni. L'arto colpito deve essere posto in acqua calda, non bollente, per dare sollievo al dolore. In caso di avvelenamento di grave entità può essere necessaria la somministrazione di un anestetico ad azione locale (lidocaina all'1-2%) o di un analgesico. È pure raccomandata una incisione seguita da drenaggio seguiti da immersione in acqua alla temperatura di 45°C.


DISTRIBUZIONE
Il genere Conus è distribuito grosso modo nella fascia di latitudine che comprende le seguenti regioni: indopacifica, panamica, peruviana, caraibica, patagonica, mediterranea, africana occidentale, sudafricana.

Le poche specie che si spingono oltre le regioni sopramenzionate sono localizzate in Sud Africa, nell'Australia meridionale, nel Giappone meridionale e nel Mar Mediterraneo.

I coni abitano soprattutto il piano mesolitorale dove si alternano le alte e le basse maree - nelle acque basse o nelle scogliere - e il piano infralitorale dove le emersioni sono accidentali. In questo ambiente sono molto comuni i coni vermivori, meno abbondanti i molluscivori, rari i piscivori. Un buon numero di coni vive in mare aperto o nelle acque profonde, fino a 500 m ed oltre . Questi ultimi sono provvisti di conchiglie o molto sottili o piuttosto spesse e ciò sembra sia dovuto a motivi filogenetici piuttosto che ad adattamento ambientale.


Fonti:
immagini prese da wikipedia e internet
bibliografia: Ex Libris
 
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>SupeR<
view post Posted on 14/3/2011, 23:24




a volte succede che i sub cerchino di prenderli e rimangano punti da questo velenoso mollusco con anche brutte conseguenze
 
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carcharodon_megalodon
view post Posted on 14/3/2011, 23:34




CITAZIONE (>SupeR< @ 14/3/2011, 23:24) 
a volte succede che i sub cerchino di prenderli e rimangano punti da questo velenoso mollusco con anche brutte conseguenze

si purtroppo....anche se devo dire la verità io li lascerei belli belli lì....non so se abbiano vaore commerciale o meno....
 
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Zadok
view post Posted on 15/3/2011, 00:19




molto interessante.
Le conchiglie sono stupende e a quanto ne sò, quelle di alcune specie sono rare e ricercate dai collezionisti.
Guardate tipo QUESTA
Però se devo rischiare la pellaccia per 99$ e 99cents, la lascio bella lì sul suo fondale :D
 
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carcharodon_megalodon
view post Posted on 15/3/2011, 00:41




ah ecco.....per il collezionismo....
io colleziono solo fossili e denti di squali..... :P
 
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Zadok
view post Posted on 15/3/2011, 00:46




ah dai, anche a me piaccioni i fossili !
Ho delle belle cosucce anche.
Domani apro una sezione dove parleremo di fossili e oggetti e reperti.
 
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view post Posted on 6/9/2011, 19:11
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è citato anche nel Mondo Perduto!!! XD
 
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6 replies since 14/3/2011, 21:07   1352 views
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